It Ends With Us (libro)
Lo so: ne parlano tutti ed ora arrivo pure io a rompere con questo "caso editoriale/cinematografico" in questa afosa estate.
Ho deciso di leggere il libro proprio perché incuriosita dall'imminente uscita del film nelle sale italiane.
Il film ha richiamato la mia attenzione innanzitutto per Justin Baldoni (che ricopre una doppia veste in questo progetto: regista e attore principale), già visto in Jane The Virgin, che si è dimostrato molto legato a questo progetto (nonostante le controversie già esistenti legate al libro della Hoover) proprio a causa della tematica principale (violenza domestica); quindi solo nel 2023 Blake Lively entra a far parte del progetto nel ruolo di Lily Bloom (lo so: già il nome sembra uno scherzo di cattivo gusto), a quanto pare anche lei non si è limitata al ruolo di attrice ma sembra che abbia prodotto e anche co-diretto il progetto.
Sembra che questo abbia portato alcune tensioni all'interno del cast. Questo è ben visibile dal press tour e da quanto sembri caotico.
Innanzitutto, l'unico che ha toccato il tema effettivo del film è stato unicamente Justin: ha parlato apertamente del problema della violenza domestica e del farsi le domande giuste sul perché accada: "perché gli uomini fanno questo?" è la domanda giusta da porsi e non "perché lei non l'ha lasciato?", direi che Justin guadagna in questo modo un sacco di punti.
Invece, dall'altra parte, vediamo impegnati in interviste ed apparizioni pubbliche l'altra parte del cast (tutti tranne Justin praticamente) che non lo nominano mai e Blake ha un comportamento discutibile visto che non dice mai di cosa tratti il film ed anzi lo fa passare per un'allegra rom-com con fiorellini e anche pubblicità legate al suo nuovo marchio di prodotti per capelli.
E cosa ancora più assurda: dichiara che suo marito Ryan Reynolds ha scritto una delle scene più importanti del film, si presenta alla première con addosso una copia di un vestito indossato da Britney Spears ed infine Hugh Jackman ed il marito fanno irruzione sul red carpet.
Sfortunatamente, ha perso molti punti, perché questa poteva essere finalmente l'occasione di parlare di tempi importanti ed invece per vendere il film non se ne fa nemmeno un accenno (eccetto per Justin che ne ha parlato in tutte le interviste che ha rilasciato).
Pubblicamente Blake dichiara che ci sia stato un conflitto creativo legato proprio alla gestione della promozione del film, invece a me pare proprio che ci sia dell'altro.
In ogni caso, la promozione del film non è stata gestita bene e non mi stupirei se molte persone vittime in primis di violenza domestica si arrabbiassero in merito ad una gestione così poco sensibile di questo tema.
Ho deciso di leggere il libro proprio perché incuriosita dall'imminente uscita del film nelle sale italiane.
Il film ha richiamato la mia attenzione innanzitutto per Justin Baldoni (che ricopre una doppia veste in questo progetto: regista e attore principale), già visto in Jane The Virgin, che si è dimostrato molto legato a questo progetto (nonostante le controversie già esistenti legate al libro della Hoover) proprio a causa della tematica principale (violenza domestica); quindi solo nel 2023 Blake Lively entra a far parte del progetto nel ruolo di Lily Bloom (lo so: già il nome sembra uno scherzo di cattivo gusto), a quanto pare anche lei non si è limitata al ruolo di attrice ma sembra che abbia prodotto e anche co-diretto il progetto.
Sembra che questo abbia portato alcune tensioni all'interno del cast. Questo è ben visibile dal press tour e da quanto sembri caotico.
Innanzitutto, l'unico che ha toccato il tema effettivo del film è stato unicamente Justin: ha parlato apertamente del problema della violenza domestica e del farsi le domande giuste sul perché accada: "perché gli uomini fanno questo?" è la domanda giusta da porsi e non "perché lei non l'ha lasciato?", direi che Justin guadagna in questo modo un sacco di punti.
Invece, dall'altra parte, vediamo impegnati in interviste ed apparizioni pubbliche l'altra parte del cast (tutti tranne Justin praticamente) che non lo nominano mai e Blake ha un comportamento discutibile visto che non dice mai di cosa tratti il film ed anzi lo fa passare per un'allegra rom-com con fiorellini e anche pubblicità legate al suo nuovo marchio di prodotti per capelli.
E cosa ancora più assurda: dichiara che suo marito Ryan Reynolds ha scritto una delle scene più importanti del film, si presenta alla première con addosso una copia di un vestito indossato da Britney Spears ed infine Hugh Jackman ed il marito fanno irruzione sul red carpet.
Sfortunatamente, ha perso molti punti, perché questa poteva essere finalmente l'occasione di parlare di tempi importanti ed invece per vendere il film non se ne fa nemmeno un accenno (eccetto per Justin che ne ha parlato in tutte le interviste che ha rilasciato).
Pubblicamente Blake dichiara che ci sia stato un conflitto creativo legato proprio alla gestione della promozione del film, invece a me pare proprio che ci sia dell'altro.
In ogni caso, la promozione del film non è stata gestita bene e non mi stupirei se molte persone vittime in primis di violenza domestica si arrabbiassero in merito ad una gestione così poco sensibile di questo tema.
Tralasciando tutto questo tea andiamo avanti con il libro.
Il libro risente, secondo me, dello stesso problema che stiamo riscontrando durante le interviste del film; troppa leggerezza e soprattutto una risoluzione della trama eccessivamente semplicistica.
Disclaimer: l'autrice stessa sa di ciò che parla perché ha vissuto la stessa esperienza della protagonista con sua madre, perciò la vicenda è semi-biografica.
Ciò non toglie che scrivere semplicemente "la vittima non riesce ad andare via perché ama troppo il suo carnefice" è una delle cose più banali e stupide da dire al riguardo.
Non è tutto bianco e nero e l'abuso ha mille sfaccettature, aldilà del fatto che si annusa un victim blaming davvero troppo comodo.
Ecco perché il libro era già stato considerato controverso all'epoca e non tutti attendevano con ansia un film tratto dallo stesso.
Si vocifera che il film però porti con sé un buon messaggio e che quindi non sia riconducibile all'aurea di romantica commedia leggera che alcuni partecipanti vogliono addossargli. Questo mi rincuora molto.
La trama è la seguente: Lily Bloom decide di lasciare la città in cui è cresciuta per trasferirsi a Boston ed aprire un negozio di fiori (chi lo avrebbe mai detto?).
Qui incontra l'affascinante neurochirurgo Ryle con cui le cose vanno (sospettosamente) troppo bene. Ed infatti si percepisce già cosa accadrà.
Oltretutto Lily è cresciuta in un ambiente tossico, poiché il padre picchiava spesso sua madre e non riesce a comprendere perché sua madre non reagisse a questa ingiustizia ma presto lo capirà, e nel peggiore dei modi.
SPOILER
Inizio subito con gli spoiler.
Non è un libro da premio Pulitzer e fin qui penso che ci arriviamo tutti ma tratta un tema super delicato e più vicino (di quel che si pensi) a molti di noi.
Più volte mi è stata rivolta la stessa domanda che si fa spesso alle vittime "perché hai lasciato che ti trattasse così?". Premetto che ho subito perlopiù abusi verbali e vedevo spesso oggetti che venivano lanciati accanto a me. Ecco perché, leggendo questo libro, non comprendo il finale.
Questo tizio la picchia, prova a stuprarla e le tira addirittura una forte testata: come cavolo può affidare a questo essere la tutela di sua figlia?
Capisco che sia difficile denunciare (lo capisco bene) ma fidarsi di una persona del genere e lasciarlo solo con sua figlia! Questo per me non ha il minimo senso logico. La cosa ancor più grave è che tutta la cerchia di familiari ed amici è al corrente di ciò che è accaduto e nessuno si fa due domande.
L'unica parte davvero tenera del libro è il rapporto tra Lily e Atlas, per quanto riguarda la controparte (Ryle): le loro scene sono descritte davvero bene perché in realtà è esattamente così che accade: dapprima il love bombing, dopodiché gelosie immotivate, oltre all'accanimento del carnefice verso gli oggetti attorno alla vittima, infine spintoni e botte vere e proprie.
Verso il finale del libro finalmente Lily comprende perché la madre non perdonasse il padre e si rende conto che non è una donna debole, anche se noi questo lo sapevamo dall'inizio.
Sullo scrivere il diario indirizzandolo ad Ellen DeGeneres: non commento.
Molti accadimenti del libro in ogni caso sono irreali e campati in aria; manca il senso logico, ad esempio: si presenta nel suo negozio non ancora aperto al pubblico una donna che è disposta a lavorare gratis, perché è ricca e si annoia. Insomma, ci sono molte situazioni impossibili da young adult ed anche il triangolo amoroso è una di queste.
In conclusione: io l'ho trovato un libro molto scorrevole, l'ho letto in pochi giorni ma capisco perfettamente perché sia considerato controverso.
Sicuramente darò un'occhiata alla trasposizione cinematografica, non mi aspetto grandi cose, però voglio vedere in che modo Baldoni si sia impegnato in questo difficile compito.
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